E’ uno dei primi provvedimenti del sindaco Nicola Gatta, a poche settimane dalla rielezione, ma è già destinato a fare scuola, soprattutto alla luce delle statistiche preoccupanti che interessano i Comuni dei Monti Dauni. Nei prossimi 2 anni, chiunque decidesse di trasferirsi a Candela, potrebbe risparmiare non poco sui servizi e sulle imposte locali. Ad attuare questa misura, proprio il sindaco Gatta, al fine di arginare lo spopolamento del piccolo comune candelese, il quale negli ultimi 40 anni, ha visto dimezzarsi la popolazione ma, in controtendenza rispetto ad altri comuni limitrofi, è riuscito comunque a limitare i danni in epoca recente, anche per via di politiche di insediamento industriale.
“Nonostante il Comune di Candela non abbia subito in questi anni un calo demografico – spiega lo stesso primo cittadino – la decisione di stanziare degli incentivi, nasce dalla necessità di arginare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli centri delle aree interne della Puglia, argomento di grande attualità, che rappresenta un problema serio per il nostro territorio”.
Nello specifico, per contrastare tale preoccupante involuzione, la rinnovata maggioranza candelese ha pensato ad un piano che ha già avuto successo in altri centri del nord Italia: pagare le giovani coppie e le famiglie per trasferirsi stabilmente nel paese. L’offerta messa a punto dalla Giunta prevede l’erogazione di incentivi che vanno da 800 euro a 1.800 euro (in relazione al numero dei componenti del nucleo familiare), destinati alle famiglie che scelgono di spostare la propria residenza e il domicilio a Candela per almeno due anni. Requisito indispensabile quello di possedere un reddito ISEE superiore a 7.500 euro. Occasione d’oro che potrebbe essere colta anche da centinaia di lavoratori assunti a tempo indeterminato nella zona industriale di Candela, magari provenienti da centri lontani della Provincia di Foggia.
“La vicinanza del nostro Comune allo stabilimento Fiat di Melf – spiega il sindaco – potrebbe essere occasione per attrarre tutti quei trasferisti che sono costretti a sobbarcarsi centinaia di chilometri per raggiungere il posto di lavoro. Si tratta di un fondo di 30.000 euro individuato all’interno delle voci di bilancio, che ci aiuterà soprattutto in prospettiva, in quanto il nostro problema fondamentale risulta essere il calo delle nascite, più che lo spopolamento. Il progressivo invecchiamento della popolazione rischia di far perdere ai piccoli centri come il nostro dei servizi indispensabili come ad esempio l’autonomia scolastica, che viene concessa dalla Regione Puglia solo se si rispettano parametri oggettivi come il numero minimo di alunni iscritti agli istituti scolastici”.
Durante la precendente amministrazione, il piccolo comune a pochi passi dal casello autostradale, ha potuto già contare sull’annullamento delle aliquote Tasi, sulla tassazione per i rifiuti ridotta al minino e sulla predisposizione di servizi comunali come la mensa scolastica a prezzi agevolati, tutto al fine di favorire la permanenza dei nuclei famigliari.
“Ci sono tutte le condizioni per poter essere attrattivi – ha sottolineato Gatta – in primis una bassa tassazione locale e dei servizi di prim’ordine a costi irrisori. Basti pensare che per due anni abbiamo azzerato la Tasi, previsto un costo della mensa scolastica contenuto e un nuovo servizio di asilo nido. Senza dimenticare il bonus per l’energia con il quale abbiamo sgravato gli oneri per le utenze elettriche a molte famiglie indigenti”.
Nessun modello sembra aver ispirato il sindaco, ma già altri comuni non distanti da Candela, si sono dichiarati disposti ad intraprendere il medesimo provvedimento, mentre altri sindaci hanno dichiarato di preferire degli auspicati interventi di sistema, da parte del Governo Centrale, che possano avere un riscontro maggiore sul problema. A preoccupare sicuramente ci sono centri come Bovino che, in meno di 10 anni, ha perso circa il 20% della popolazione residente. Record negativo per Castelluccio Valmaggiore che in poche primavere ha visto approssimarsi la soglia dei suoi abitanti ai minimi storici, verso i mille abitanti a fronte di picchi massimi di oltre 3000 residenti. Con il supporto di questi dati, si comprende quale sia la necessità del provvedimento candelese e quanto possa essere utile affrontare il problema per tempo.