Il Club Liberal Monti Dauni, dalla voce del presidente Luigi Ruberto, esprime alcune osservazioni in merito alle elezioni amministrative che si terranno nel 2020 a Rocchetta Sant’Antonio.

“Se è vero come è vero che l’assenza di qualsivoglia dibattito pubblico è esso stesso fonte di ‘tenebre’ nella gestione della fase pre elettorale, quello che sta accadendo nel piccolo borgo dei Monti Dauni, è l’emblema della politica che gioca a mosca cieca, per poi piangersi addosso subito dopo il voto per i successivi 5 anni” – sottolinea Ruberto.

“Pochi che si interessano della politica locale, della fase programmatica e della costruzione delle liste, spesso costruite ad arte per avere solo automi in consiglio Comunale, ancora meno sono inesistenti le assemblee pubbliche, per discutere liberamente delle problematiche del paese, chiusi i circoli politici e culturali dove si fa aggregazione, una Comunità di fatti disaggregata, che è in mano a pochi soggetti che non ne tengono a cuore le sorti”.

Che fare dunque? Secondo Ruberto sarebbe necessario un cambio di passo, nei metodi, nella forma, nella sostanza, e nei protagonisti occulti, “per costruire proposte programmatiche concrete nell’unico ed esclusivo interesse della Comunità agonizzante. Ma forse è e resterà utopia, avremo lo stesso spartito con qualche nuovo musicista ma le note del pentagramma saranno le stesse. Un vero peccato per il borgo Arancione, che ha potenzialità enormi sotto il profilo turistico e culturale”.

“Forse qualcosa potrebbe mutare se, alcuni giovani si affacciassero in gruppo sulla scena dell’agorà pubblica. Certo è che, ad oggi le note del pentagramma emettono sempre e solo gli stessi suoni, spesso mossi da acredine e sterili contrapposizioni, che vengono da lontano e non portano il paese verso il futuro, ma lo inchiodano statico nella sterile contrapposizione, segnandone inevitabilmente la fine, chi può tenti una forsennata ultima virata”.

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