Il Congresso provinciale di Sinistra Italiana, la nascente formazione politica che proverà ad intercettare il sentimento progressista dei delusi dal PD, è stato momentaneamente sospeso per “gravi irregolarità nel tesseramento”. Foggia, in attesa del congresso nazionale del 17 febbraio, è balzata ai “disonori” delle cronache nazionali per via delle 440 adesioni che, seppur siano in numero piuttosto esiguo, hanno attirato l’attenzione della commissione di Garanzia di Roma a tal punto da far bloccare l’organizzazione dell’assemblea locale.
Aveva fatto specie soprattutto il dato di Ordona (LEGGI ANCHE https://ilmegafono.eu/2017/02/07/tesseramento-sinistra-italiana-caso-ordona-arriva-sulle-cronache-nazionali) dove, con poco più di 2600 abitanti, i tesserati risultavano essere 63. Tessere “pompate”, finanziate da chissà quale centro di interesse, fatte a carico di inconsapevoli migranti, anziani e fuoriusciti dalla destra. Queste sono state le insinuazioni mosse a carico del nucleo di militanti del piccolo centro dei Reali Siti, i quali, attraverso questa testata, hanno voluto sgomberare il campo da qualsiasi dubbio.
Parla per primo Vincenzo Di Felice, responsabile della Uil di Ordona e compagno fidato del parlamentare Arcangelo Sannicandro e del presidente dell’Arci provinciale vendoliano doc, Domenico Rizzi, assieme ai quali pare non avere dubbi sulla “macchinazione” da ricercare dietro l’esposto fatto alla Commissione nazionale.
“Sono 27 anni che opero all’interno del sindacato” – spiega Di Felice. “Tante sono state le mie esperienze politiche, tutte a sinistra, a partire dalla militanza nel PCI e per questo proprio non mi va giù sentirmi dire che sono circondato da persone di destra. Soltanto nell’ultimo anno, all’interno della mia sezione sindacale, abbiamo svolto più di 150 pratiche di disoccupazione, tante delle quali a carico di migranti o cittadini italiani di origine straniera. Queste persone si fidano di me e in me hanno un riferimento. Hanno condiviso con me la volontà di iniziare questo percorso in Sinistra Italiana e non vedo cosa ci possa essere di così tanto eclatante, considerando in aggiunta che 20 delle nostre tessere sono state fatte ad Ascoli Satriano. In questi piccoli centri agricoli quasi il 50% della popolazione è di origine straniera, per cui non mi meraviglio se anche all’interno della politica ci sia un’importante partecipazione di queste persone. Anzi, l’auspicio è che possa continuare questo percorso di integrazione che, tra l’altro, fa parte di quelli che dovrebbero essere i principi della sinistra”.
Mentre parla Di Felice mostra la lista di coloro che hanno aderito e hanno affidato la pratica online alla sua segreteria. Di fianco ha quelle stesse persone che confermano di non aver subito alcuna imposizione coercitiva ai fini della partecipazione. A riguardo degli anziani fatti tesserare, Di Felice confida che funziona da sempre così, che quando inizia un’esperienza politica ciascun militante fa almeno tesserare i genitori, che magari nella loro storia politica siano stati quanto meno conformi ai principi della sinistra, nel caso di genere.
“Dopo quanto accaduto e dopo tutte le calunnie che ci sono cadute addosso – continua – siamo profondamente delusi da questo progetto e probabilmente tutti questi ragazzi che avevamo convinto adesso voteranno Movimento Cinque Stelle. Sono sicuro che chi ci ha attaccati lo ha fatto per dare al partito una direzione precisa verso la leadership di Fratoianni, visto che noi eravamo più per appoggiare Arturo Scotto. Adesso, che ci ridiano i soldi dei tesserati. Noi, in attesa del giudizio della subcommissione, non vogliamo più avere nulla a che fare con questa esperienza che è già fallimentare, ancora prima del suo inizio”.
Più sistemica è stata l’analisi di Domenico Rizzi che in maniera piuttosto esplicita, negli ultimi giorni, ha avuto uno scambio dialettico intenso a mezzo stampa con alcuni esponenti del comitato promotore locale, gli stessi che hanno redatto l’esposto diretto a Roma. Mario Nobile e Marco Barbieri, nel caso specifico, fanno parte di quella corrente interna che ha sempre osteggiato la linea dei fuoriusciti da Sel sia per l’apertura di quest’ultimi alla convergenza verso il PD, sia per metodi, che per le differenti vedute in termini di leadership del nascente partito.
“Questo progetto politico – sottolinea Rizzi – sarebbe dovuto nascere attorno alla condivisione strategica di alcune linee che contraddistinguono la sinistra. Ma così non è stato. I numeri ottenuti in Capitanata sono la testimonianza del fallimento di coloro che stanno cercando di accasarsi presso Sinistra Italiana. In riferimento a quanto affermato di recente da Nobile e Barbieri nei miei confronti, rispondo dicendo che non accetto provocazioni da gente di dubbia provenienza politica. Durante le esperienze degli anni passati siamo riusciti ad eleggere un parlamentare, ad esprimere un governo regionale e diversi amministratori locali: obiettivi non di poco conto. Invece questo percorso si è già contraddistinto per degli errori commessi, per via della poca condivisione e per dei metodi che ricordano la Gestapo o l’Inquisizione. E’ stata una manovra per farci fuori, ne prendiamo atto e ci facciamo da parte, pur sapendo che questi manovratori non andranno tanto lontani”.