Prima che fosse inaugurato, nel luglio del 2018, sembrava soltanto un sogno, oggi è una splendida realtà, con oltre 1800 giorni di vita vissuta, decine di scolaresche e moltissimi visitatori accolti, grazie a una lunga serie di iniziative ospitate nell’arco di un lustro: il Museo della cultura contadina francoprovenzale di Celle di San Vito si accinge a compiere i suoi primi 5 anni di attività. “Questo museo”, spiega la sindaca Maria Giannini, “unisce idealmente e materialmente le Comunità di Celle di San Vito e Faeto, nel segno della loro comune appartenenza alla cultura francoprovenzale. Non a caso è intitolato a Vincenzo Rubino, fondatore del museo etnografico di Faeto e Celle San Vito situato nella vicina Faeto”. Fu proprio la famiglia Rubino a mettere a disposizione, per la nascita della nuova struttura museale, la collezione di oggetti e antichi attrezzi della cultura contadina francoprovenzale, narrazione di un arco temporale che va dalla seconda metà dell’800 ai primi 50 anni del ‘900.
Il museo è ospitato all’interno del palazzo comunale Don Nicola Perrini, meglio conosciuto come il Castello di Celle si San Vito, complesso fortilizio risalente all’inizio del XIII secolo, quando era abitato dai monaci benedettini. Il Museo conserva circa 2mila oggetti della cultura francoprovenzale. È suddiviso in più sezioni: “Casa contadina”, “Le botteghe e la memoria delle mani”, “Vita contadina”. Può essere visitato su prenotazione, contattando il Comune di Celle di San Vito al numero 0881972031. Responsabile e vice-responsabile della struttura museale sono due giovani donne, Virginia Carosielli e Mariangela Genovese, componenti fra l’altro, assieme ad altre quattro donne, dello Sportello Linguistico francoprovenzale. Il Museo aderisce alla Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia e al Sistema Informatico Regionale per il Patrimonio Culturale (SIRPAC). Responsabile e vice-responsabile sono state entrambe nominate dalla sindaca Giannini sulla base dei loro curriculum, sono anche Responsabili dei Servizi Educativi, sempre a titolo gratuito. “Sono brave, competenti, e motivate da una passione civica e culturale che, in questi anni, è stata il motore di tante attività”. Proprio lo Sportello Linguistico ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita del museo e ha continuato a svolgerlo negli anni. Importante, inoltre, è stato il contributo del dottor Pasquale Bloise. Molti dei reperti conservati nel museo sono stati donati dagli abitanti di Celle di San Vito.
Gli attrezzi più antichi, meno conosciuti e più strani sono presentati da didascalie bilingue, italiano e francoprovenzale, con una breve spiegazione. Inoltre si è pensato anche di raccontare alcuni momenti di vita, di lavoro, di quotidianità dei tempi andati, dando la possibilità al visitatore di fare una “immersione” in “C’era un volta”, con splendide foto del passato, donate dall’archivio di Ausilia Pirozzoli, di Aldo Genovese e di alcuni cellesi. “Con gli anni più drammatici del Covid che, speriamo, siano ormai alle nostre spalle, già dalle prossime settimane e poi per tutta l’estate il Museo celebrerà il suo quinto compleanno con un deciso rilancio delle attività”, annuncia la sindaca Maria Giannini.