“E’ finita”. Con queste parole l’imprenditore foggiano Giuseppe Savino commenta in un video che ha commosso il web la grandinata che ha distrutto il suo campo di tulipani, che si trova a pochi km da Foggia. Il campo, negli scorsi anni, ha attirato centinaia di visitatori da tutta la Puglia che ne hanno apprezzato i “frutti”. Sul web sono diversi gli utenti, da Foggia e non solo, che hanno mostrato solidarietà a Savino proponendo anche di acquistare lo stesso il biglietto per visitare il campo.
E’ partita anche una raccolta fondi sulla piattaforma “Go fund me” lanciata proprio da Savino insieme al fratello Michele e al team della Cascina Savino al link https://www.gofundme.com/f/grandiecampoditulipanidipuglia. “Purtroppo siamo sotto un Cielo e non possiamo far fronte alle calamità naturali e ai cambiamenti climatici, ne possiamo assicurare un fiore come il tulipano di cui esistono pochissime coltivazioni in Italia. Tutto l’investimento economico è andato perduto, faremo a breve una stima completa del danno ma siamo oltre il 60/70 % dei fiori da una prima stima. Non sappiamo se avremo le forze per coltivare i tulipani nel prossimo anno. Col vostro aiuto potremmo “alleviare” in parte i costi “fisici” del campo, l’investimento lavorativo, l’acquisto dei bulbi e provare a ripiantare un nuovo campo”, si legge sulla piattaforma.
Ma non tutti sono d’accordo. Così Giandonato La Salandra, deputato di Fratelli d’Italia, componente della Commissione Agricoltura, sul clamore mediatico suscitato dalla vicenda del campo di tulipani distrutto dalla grandine in Capitanata. “Ha ragione Selvaggia Lucarelli, che ha evidenziato un certo modo di agire che sembra quasi un copione, slegato dalla reale natura dell’essere agricoltori. Strano, infatti, che un imprenditore agricolo, dopo quanto già accaduto nel 2021, abbia preferito risparmiare il costo di una polizza e ritornare su una piattaforma di raccolta fondi, settore che probabilmente in Italia merita un maggior approfondimento, e questo soprattutto se facciamo memoria anche a casi di altre associazioni che ruotano intorno al mondo dell’agricoltura, ottenendo “finanziamenti” esentasse da parte di privati, con non poche perplessità relative a finalità, tracciabilità e trasparenza. “Chi fa agricoltura – conclude l’On. La Salandra – è prima di tutto un imprenditore, che ha consapevolezza delle proprie produzioni e dei rischi connessi anche agli eventi naturali. Gli agricoltori sopportano gli eventi atmosferici con grande senso di responsabilità, discrezione e maturità, lo so bene perché anche la mia è una famiglia di agricoltori. Monetizzare l’empatia altrui è quanto meno discutibile e il crowdfunding merita approfondimenti molto seri”.
Così Savino sulla pagina di Cascina Savino: “Molti ci stanno chiedendo di sostenerci e vi diciamo con sincerità che non era la prima cosa a cui avevamo pensato, non perché non ne avessimo bisogno, ma perché quando ami ti preoccupi di ciò che ami, delle persone in primis, dei fiori, poi del resto. Il grosso dispiacere è di non vedervi qua, la gioia dei bambini, il sorriso dei genitori, le foto delle coppie innamorate. Sapete quante coppie si sono promesse amore eterno nei nostri campi? Tante. Tutto questo ha un enorme valore, e dà finalmente senso al nostro sudore. Nostro padre ha coltivato per una vita i campi in solitudine e di “grazie” ne ha ricevuti davvero pochi. In questa agricoltura quando perdi, perdi due volte: una è il raccolto, l’altra l’accoglienza”.