Va negli ospedali per portare il sorriso nelle corsie d’ospedale a quei bambini che affrontano la prova sopportando il carico di terapie, controlli e farmaci vestito da Spiderman e portando a loro un autografo. E’ la bella storia di Francesco Pio Tarantino di Carapelle, affetto sin da bambino da una malformazione congenita all’intestino inferiore che lo ha costretto a sottoporsi a vari controlli, ma, anziché abbattersi e scoraggiarsi, ha scelto prima di tutto di “combattere per vincere”, riuscendo a superare i momenti difficili della malattia, e poi di portare, con generosità disinteressata, un messaggio di speranza e forza a chi purtroppo vive oggi un simile destino.
“Trascorro parte del mio tempo nei reparti di pediatria con doni e un sorriso sempre a portata di mano per i piccoli pazienti. È stata una mia iniziativa che ho potuto realizzare grazie a mia madre che mi è sempre vicino e mi sostiene – afferma -. Da circa due mesi ho cominciato prima andando nei centri commerciali e nelle scuole dell’Infanzia. Poi ho deciso di contattare direttamente gli ospedali partendo dal Tatarella di Cerignola”. Tra 10 giorni Francesco sarà dal Papa, il 23 maggio si recherà all’ospedale Gaslini di Genova e Alessandria, è stato all’ospedale di Andria (Bonomo) e anche all’ospedale di Barletta e presto sarà ospite al programma televisivo Tu si que vales, e tra non molto al programma di Barbara D’Urso (Pomeriggio 5). “Avevo due giorni di vita quando ho dovuto subire il primo intervento all’Ospedale di Foggia, seguito-di lì a poco- da un secondo e poi da un terzo. Le cose però non si risolvevano, e così dopo sei mesi di cure che si erano dimostrate vane, mia madre decise di portarmi a Genova, presso l’Ospedale Gaslini, dove arrivai in condizioni ormai critiche. In questo ospedale fui sottoposto ad un altro intervento chirurgico, attraverso il quale-finalmente- i medici risalirono alla fonte dei miei problemi e giunsero ad una prima soluzione. E’ stato riscontrato che io soffrivo di una patologia molto rara, che colpisce una persona su 5000. Si chiama Hirschsprung, ed è una malformazione congenita dell’intestino inferiore”.
Per i primi sei anni della sua vita, Francesco ha dovuto effettuare quotidianamente sonde rettali, anche più volte al giorno. “Ancora oggi, che ho 19 anni, torno spesso al Gaslini per svolgere i controlli necessari – dice-. Il ricordo dei momenti di sofferenza resta impresso nella mente per sempre, ma serve a godere di quelli in cui si sta bene. Io mi ritengo un ragazzo miracolato, perché la mia mamma quando era a Foggia, sognò Padre Pio. Il Santo le disse di non preoccuparsi, perché io ce l’avrei fatta. E, se sono vivo, è grazia a mia mamma, alla volontà di Dio e all’impegno dei medici del Gaslini”.
“Sempre questo: sorridere e portare un sorriso a coloro che sono nella sofferenza. Quando faccio visita ai bambini in ospedale, leggo nei loro occhi il dolore ed è come una spina nel fianco. E sono felice di riuscire a vedere, mentre trascorro del tempo con loro, quell’ombra che offusca il loro sguardo cedere pian piano il posto ad un sorriso. Ai giovani che si drogano, che bullizzano i compagni o compiono atti violenti, io dico soltanto di fermarsi un attimo a pensare a chi soffre, a chi guarda il mondo da una corsia di ospedale. Forse la loro vita cambierebbe, chissà”.