La gravidanza, un momento magico e particolare sia per la donna che per l’uomo. L’arrivo di un bambino crea un mix di emozioni in grado di cambiare radicalmente il modo di vedere, percepire e vivere la propria vita come singolo individuo o come coppia.
Nei fatidici nove mesi, le perplessità si susseguono e spesso la coppia, non adeguatamente seguita e sostenuta, cade nell’errore di non riuscire a godere a pieno della propria realtà, allontanando passione e complicità. Ad inserirsi insistentemente nei turbamenti della coppia sono i falsi miti che l’antica cultura ci ha tramandato. Sviscerando i dubbi, comunemente diffusi, abbiamo focalizzato l’attenzione sul valore della passione e del desiderio, tra i futuri genitori, durante i nove mesi di attesa.
A rispondere alle nostre domande è stata la dottoressa Maria Matera, di origine stornarellese, ostetrica all’Estav Toscana Nord Ovest- Presidio ospedaliero Livorno.

  • Gioia, ansia e preoccupazioni sono le prime emozioni che una donna avverte quando sa di essere incinta. Qual è l’atteggiamento più sano da avere nelle prime settimane di gravidanza?


Il primo trimestre di gravidanza è il periodo delle ambivalenze, del caos, dell’adattamento. La donna deve vivere questi primi momenti assaporando la presenza del bambino attraverso i cambiamenti ormonali e fisiologici, senza tralasciare la partecipazione del compagno. Il test positivo non deve indurre, nella donna, a vivere quest’esperienza come una malattia, anzi, deve mantenere la sua vita quotidiana con le sue consuete abitudini.

 

  • Tra le tante preoccupazioni, spesso, sia le donne che gli uomini, tendono a trascurare i momenti di intimità. Cosa fare per evitare che ciò accada?

 

Purtroppo, ad oggi, è ancora un grande tabù ma è un aspetto molto importante nella coppia che va aiutata nell’esplorare le possibili sfumature della sessualità. È necessario che gli operatori della nascita favoriscano e sostengano la condivisione e la comunicazione psicoaffettiva della coppia. I neogenitori possono nutrire l’affettività anche attraverso gesti ed attenzioni sostitutive alla consueta modalità corporea o sessuale ad esempio con massaggi sensuali, fare un bagno caldo insieme, rievocare episodi sessuali in coppia o conversare su fantasie erotiche, fino all’utilizzo di sex toys.

 

  • È possibile fare sesso nei nove mesi di gestazione?

 

La coppia non dovrebbe trascurare mai l’aspetto sessuale. Studi recenti hanno dimostrato che non esistono controindicazioni all’attività sessuale e al coito durante la gravidanza, ad eccezione di poche condizioni, come la minaccia di aborto o parto pretermine, fino a risoluzione.

 

  • Quali sono le accortezze da avere durante i momenti di intimità?

 

Non vi sono particolari accortezze, l’interazione sessuale non può essere costituita da tutto ciò che lede gusti, libertà, volontà e il rispetto propri e del partner.

Nel terzo trimestre peso e dimensioni del corpo e del pancione rendono goffi alcuni movimenti, per cui largo spazio alla fantasia nell’utilizzo di posizioni che semplifichino l’atto.

È possibile che la mamma riferisca contrazioni uterine o perdite ematiche a seguito dell’orgasmo, normali per la stimolazione ormonale.

 

  • Possono esserci danni o benefici per il bambino?

 

Le paure di far danni al piccolo sono infondate. Il bambino beneficia del benessere ormonale che coinvolge mamma e papà. Fare l’amore libera nel nostro organismo delle sostanze ormonali come l’ossitocina: l’ormone dell’amore e dell’accudimento, riduce ansia e depressione, in gravidanza stimola le contrazioni uterine periodiche non dolorose che stimolano il flusso placentare; e le endorfine: ormoni simili alla morfina che creano piacere, legame e proteggono dal dolore.

Inoltre, lo sperma, ricco di prostaglandine, può provocare delle contrazioni uterine nella mamma, favorendo l’attivazione del travaglio in modo naturale a termine di gravidanza.

 

  • Dopo il parto quando è possibile riprendere una normale attività sessuale?

 

Generalmente nel puerperio, il periodo di sei settimane che segue la nascita, si assiste ad un calo dell’attività sessuale per diversi fattori; la coppia può decidere in autonomia e nel rispetto dell’altro quando riprendere l’attività.

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