Zaino in spalla e scarpe da trekking per oltre 2000 chilometri, sulle tracce di una storia medievale che affascina e non poco. Ogni anno, si fanno sempre più numerosi i pellegrini che percorrono quella che fu la cosiddetta via Francigena, un itinerario storico che collegava Canterbury e le città della Francia, a Roma e ai luoghi sacri della tradizione cristiana. Secondo alcuni studiosi, il percorso attualmente sepolto dalle moderne reti infrastrutturali, proseguirebbe anche a Sud Italia, verso un continuum che collegherebbe anche Gerusalemme, la terra Santa per eccellenza.

francigena-300x283Di conseguenza anche in Puglia, dai primi anni ’70, è stato fatto più di un tentativo per approfondire gli studi sul tema mentre nel frattempo, i pellegrini “sulle tracce della storia”, non hanno mai smesso di attraversare – nel silenzio – anche alcuni centri della Provincia di Foggia, all’insaputa di tutti e senza lasciare tracce.  Dopo il gran successo che ha avuto la valorizzazione del cosiddetto “cammino di Santiago” in Spagna, solo da alcuni anni i centri attraversati dalla via Francigena si stanno interrogando su come rendere attrattivo anche questo itinerario avvolto nel mistero. Ci sono riusciti da tempo nelle province del Lazio, dove le testimonianze sono molto più emerse e ben visibili, ma dove spesso si sono verificate delle spiacevoli situazioni in cui la via originaria veniva deviata dalle insegne per farla passare nei pressi di preesistenti ristoranti, agriturismi ed alberghi. Con un colpevole ritardo se ne discute soltanto adesso al Sud dove spesso non si è neanche a conoscenza dei trentennali studi che prospettano un’ opportunità di sviluppo per turismo ed economia.

“Il 2016 sarà proclamato l’anno nazionale dei cammini” aveva affermato il ministro della cultura, Dario Franceschini, non molti mesi fa, sulla scia dell’afflusso di pellegrini in marcia verso il Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco. Di fatti, anche il Governo centrale sembra essere intenzionato ad intervenire con la presentazione di un piano organico per la valorizzazione di questo bene di rilevanza storica e culturale.

E in Capitanata come ci si prepara? O meglio, ci si sta preparando? Nel corso della definizione della nuova Strategia di Sviluppo Locale, verso il Gal del Basso Tavoliere, presso il palazzo Ex Gesuitico di Orta Nova si è tenuto un incontro monotematico incentrato proprio sulle carenze che riguardano la fruizione dei beni culturali e artistici presenti sul territorio di Cerignola e dei Cinque Reali Siti. Nel corso del dibattito, Mara Monopoli, docente del Corso di Formazione EFAP, ha presentato all’attenzione del comitato promotore locale, un progetto strutturato per la valorizzazione dell’itinerario Teutonico/Francigeno che passa anche dai comuni di Stornara, Cerignola e Canosa, dopo aver attraversato tutta la parte nord della Capitanata. Se per quanto riguarda i camminamenti di San Giovanni Rotondo e di Monte Sant’Angelo ci sono numerose testimonianze, si sa ben poco invece del troncone che condurrebbe a sud del Tavoliere.

A inquadrare giuridicamente il fenomeno vi sarebbe una delibera di indirizzo della Giunta Regionale Vendola di qualche anno fa, oltre alla costituzione di un Protocollo di Intesa tra le Regioni attraversate dalla Via Francigena. Il Progetto TER Teutonic Ecosophy Road – redatto dalla Monopoli e dai suoi collaboratori, a fronte di numerosi studi sulle fonti storiche, è stato presentato come un’opportunità per intercettare un flusso turistico che al momento non trova alcuna struttura di ricettività e alcun servizio, neanche una minima indicazione stradale.

MARA MONOPOLI“La valorizzazione del patrimonio materiale, immateriale e naturale – ha spiegato Mara Monopoli – situato lungo il percorso della via Francigena, e lo sviluppo delle industrie culturali e creative, possono favorire una migliore comprensione dell’identità della Via Francigena stessa, nonché lo sviluppo del suo potenziale turistico attraverso un approccio sostenibile e la messa in rete tra imprese e attori locali, al fine di sviluppare una microeconomia locale collegata all’itinerario storico”.

Il progetto, tuttora in cerca di finanziatori e che vede nel GAL un possibile crowdfounder, propone la ricostruzione e la promozione di cammini ed oasi nei pressi della via secolare che collega i luoghi della sacralità e dei cavalieri, lungo il percorso che attraversa Cerignola e i Cinque Reali Siti. Fulcro di questo incontro tra modernità e passato, dovrebbe essere la Torre Alemanna di Borgo Libertà, unico insediamento teutonico ancora visitabile nell’Area del Mediterraneo e da poco riqualificata e adibita a museo. Non è un caso se il percorso faccia tappa anche presso il Santuario dell’Incoronata, a conferma del fatto che i cavalieri teutonici, spesso in viaggio sulla via Francigena, fossero molto devoti alle Madonne brune. Un opportunità dunque, per raccontare il territorio non solo ai “dirimpettai” ma anche a potenziali turisti del nord Europa.

“Gli itinerari culturali – conclude la Monopoli – costituiscono il cuore delle memorie e delle molteplici identità dell’Europa e rappresentano un modo eccellente per riscoprire con i nostri territori anche delle vie percorse dai primi ‘europei’. Mediante la scoperta e la valorizzazione degli itinerari culturali storicamente comuni si consegue certamente l’obiettivo di accrescere il sentimento di appartenenza ad una matrice culturale e di favorire le relazioni tra gli stessi diversi itinerari e le aree rurali e urbane che attraversano”.

Chi sono i turisti che oggi percorrono la via Francigena? Un recente reportage pubblicato su La Repubblica ha ricostruito l’identikit del turista che predilige percorrere lunghi itinerari storici come quello della Via Francigena. Così come è di consuetudine per i pellegrinaggi questi si affrontano rigorosamente a piedi, anche se sempre più di tendenza è la variante del bike tourism. Si comprende però che a fronte di quella che è una faticosissima traversata, solitamente della durata di oltre un mese, siano necessarie delle strutture adeguate di ricettività per dare ospitalità ai turisti durante le numerose soste in programma. I mesi preferiti dai tanti coraggiosi, che partono per lo più dalla Francia centromeridionale, sono quelli di Luglio-Agosto-Settembre; in sostanza una vacanza vera e propria che al di là dello svago è motivata dalla fede religiosa o dalla passione per i misteri medievali, quest’ultima un vero e proprio “virus” che contagia sempre più  gente comune, affascinata dai tanti documentari pseudo scientifici, da numerosi libri di narrativa e film fantasy di ogni genere.

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