Era una notizia nell’aria già da diverso tempo, ma lo scorso 14 luglio ha conosciuto il suo primo passaggio formale. La sede comunale della città di Orta Nova si sposterà da Piazza Pietro Nenni, per essere accolta verosimilmente in alcuni edifici collocati in zone periferiche, previa discussione in Consiglio Comunale. A stabilirlo è la delibera di Giunta n.155 approvata alla presenza del sindaco Dino Tarantino e degli assessori PaglialongaMaffione e Di Stasio. Lo stesso documento di indirizzo ha evidenziato quelle che sono le necessità alla base di questa scelta che potrebbe realizzarsi definitivamente nei prossimi anni.

“Lo sviluppo urbano della città di Orta Nova – cita la delibera – non consente di avere più una sede comunale nel pieno centro cittadino […] serve un luogo dove i cittadini possono sostare all’interno e all’esterno, incontrarsi e riconquistare uno spazio da sempre considerato aggregante per la comunità”.

Nell’occhio del ciclone ci finisce soprattutto l’edificio che attualmente ospita la casa municipale e che appare totalmente disomogeneo, dal punto di vista stilistico-architettonico, alla retrostante piazza dell’ex Gesuitico riqualificata di recente. Ulteriori difficoltà sarebbero segnate dall’assenza di parcheggi (data anche la pedonalizzazione del piazzale retrostante) e dalla mancanza di uffici idonei a collocare tutti gli impiegati e gli incaricati politici. Da ciò è emersa anche una comune e malcelata volontà, generalmente approvata sui canali social, di abbattere l’attuale Municipio e continuare a riqualificare l’area centrale della città. Nonostante ciò, però, le opposizioni non sembrano aver accolto con soddisfazione l’ultima deliberazione della Giunta Tarantino e promettono battaglia.

In modo particolare, il gruppo dei Riformisti Ortesi capitanato da Lorenzo Annese, ha messo preventivamente le mani avanti, chiedendo ai cittadini di individuare la soluzione più consona e condivisa.

“Nella delibera di Giunta – affermano dai Riformisti – prima dicono che il Municipio è un punto di incontro da sempre importante per la comunità, e poi lo vogliono trasferire in altra zona della città, lontana dal centro, da occhi indiscreti, ad esempio nella periferia: Via Toscana, Via Liguria, Via D’Angiò o via Campania. Per giunta, il costo presunto, a nostro avviso, potrà variare tra i 2 o 3 milioni di Euro. Chi pagherà? Ovviamente noi, e le future generazioni ortesi”. 

 

 

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