Un Dante così “rock” probabilmente non lo si vedeva da tempo. Ne ha tracciato i contorni, il professor Trifone Gargano, insegnante di lettere al liceo “Don Milani” di Acquaviva delle Fonti e docente di Didattica della Lingua Italiana presso l’Università degli studi di Foggia. Ad ascoltare la sua presentazione, vi erano le classi del Liceo Scientifico “Federico II” di Stornarella, riunite nella palestra dello stesso istituto di Via La Marmora che in questi mesi sta organizzando diversi incontri nell’ambito dei festeggiamenti del 25esimo anniversario dalla fondazione.

Ripercorrendo le discografie dei più grandi cantautori italiani dell’ultimo cinquantennio, il “dantista” di Adelfia ha sottolineato e commentato tutti i riferimenti alla Divina Commedia, presenti nei testi delle canzoni. Lo ha fatto accattivando l’interesse della giovane platea che ha letto (e cantato) i versi danteschi, seguendo le didascalie irriverenti di Gargano.

La professoressa Paola Grillo, docente dell’Istituto Comprensivo “Aldo Moro” di Stornarella, prima di lasciargli la parola ha presentato l’ospite, con il quale ha già avuto modo di dialogare durante la “Settimana della Cultura” appena conclusasi ad Orta Nova. “Negli anni passati – ha spiegato Paola Grillo – il nostro ospite ha approfondito il rapporto tra le nuove tecnologie e la letteratura classica. Oggi si parla tanto di educare all’utilizzo dei social network, ma ritengo che sia più importante imparare ad educare ‘con’ i social network, ad esempio al fine di riscoprire le opere più importanti della nostra letteratura. Oggi è importante parlare di Dante ai ragazzi affinché anche loro sappiano percorrere coscientemente il medesimo viaggio spirituale compiuto dal Sommo Poeta nella sua opera principale: solo così potranno conoscere le brutture del mondo per riscoprire le virtù degli umani”.

Ad ascoltare l’esposizione di Gargano, c’erano anche Milena Mancini, preside dell’IC “Aldo Moro”; Giuliana Colucci, preside del Liceo Zingarelli di Cerignola e Brigida Cifaldi, assessore del Comune di Stornarella.

Sulla scorta delle tante esperienze maturate in giro per l’Italia, con interventi e saggi pubblicati per conto della storica società “Dante Alighieri”, fondata da Giosué Carducci, oggi Gargano fa parte del “Comitato Dantesco Regionale” con il quale ha avviato diverse iniziative nelle scuole e nei vari salotti culturali.

“Mi sono chiesto – ha spiegato ai ragazzi – come mai nei romanzi moderni ci fossero così pochi riferimenti alla Divina Commedia. Poi ho scoperto che, al contrario, nella musica i riferimenti fossero innumerevoli e allora ho iniziato la mia attività di catalogazione che è tuttora in corso e in continuo aggiornamento”.

Si passa da citazioni più esplicite come in “Filippo Argenti” di Caparezza, a riproposizioni più dibattute come in “Dolente Pia” di Gianna Nannini. Dalle note eversive di Fabrizio De André in “Un bombarolo”, al racconto critico degli anni tra i banchi di scuola affidato alle ballate di Antonello Venditti. Ogni autore, ogni verso trasposto sulle basi musicali, si fa veicolo di un inferno terreno, con patimenti terreni; gli stessi descritti da Dante nella prima cantica.

“Ma raramente i cantanti italiani – chiarisce Gargano – hanno preso spunto dai versi del Paradiso, perché è materia più ostica da comprendere  rispetto all’Inferno, a tal punto da non consentirne l’immedesimazione che ispira i cantautori”.

Il fil rouge che ha unito i diversi cantastorie che hanno preso spunto dall’esule fiorentino, ribadisce ancor di più la splendida attualità della Commedia, per quelli che sono i temi dibattuti ancora oggi, dalla laicità dello stato, alla coerenza politica; dalla deontologia dei giornalisti, alla veridicità dei rapporti umani. Il tutto accompagnato da splendidi autori che hanno arricchito il panorama musicale, con la loro bravura e il loro estro artistico.Ma tra Dante e i cantanti pop moderni, chi ci perde e chi ci guadagna in questa contaminazione  artistica?

“Nessuno ci perde e nessuno ci guadagna – conclude Gargano – perché l’arte, per definizione, è qualcosa che abbraccia più discipline e la multidirezionalità della letteratura ripercorre proprio questa convinzione di fondo. Oggi tutto è letteratura, lo è anche un tweet di 140 caratteri. I modi di comunicare stanno cambiando, ma devono comunque ricordare gli illustri esempi del passato che vanno necessariamente declinati sui nuovi strumenti che la tecnologia ci offre oggi, per far sì che tutti – proprio tutti – ne possano fruire direttamente”.

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