E se l’attesa della differenziata fosse essa stessa la differenziata? La semicitazione di Lessing non può comunque spiegare un ritardo che, soprattutto nel comprensorio dei comuni dei Cinque Reali Siti, si sta facendo sempre più colpevole e più deleterio per i bilanci e per le tasche dei cittadini.

Lo hanno confermato le ultime stime diffuse da Via Capruzzi, dalle quali si è provveduto al calcolo dell’ecotassa. Questo tributo speciale si applica quando i rifiuti solidi vengono conferiti in discarica, smaltiti in impianti dai quali non consegue un recupero di energia. Soltanto le percentuali di rimessa in circolo delle quantità di rsu o il recupero di una certa quota di energia può sgravare i comuni virtuosi dal pagamento di questa “compensazione” per i ritardi.

Lo scorso 19 dicembre, il dirigente della Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifica ha diramato l’elenco dei comuni pugliesi con la relativa percentuale di differenziata raggiunta e la conseguente ecotassa da pagare. Per i comuni del foggiano, fatta eccezione per i virtuosismi registrati sui Monti Dauni e in alcuni centri del Gargano, la situazione è ancora di stallo assoluto, nonostante la saturazione da inceneritori e impianti per il trattamento dei rifiuti farebbe ben auspicare un ridimensionamento dell’emergenza.

A restare ancora pressoché alla casella di partenza c’è l’intero territorio del Basso Tavoliere, impegnato negli ultimi mesi nell’evitare il crack di Sia, l’azienda consorziata che gestisce il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti per conto di 9 comuni. Tra questi c’è quello di Orta Nova, dove la raccolta differenziata è scesa dal 9% al 7,92%, proprio nel comune dove l’assessore all’ambiente, Laura Spinelli, ad aprile – intervistata da questa testata – aveva annunciato un porta a porta non indotto che sarebbe stato strutturato nell’addendum per salvare la SIA.
Durante il continuo braccio di ferro tra amministrazioni comunali e dirigenti dell’azienda, si è discusso in maniera sempre più insistente ed esclusiva dei “sacrifici” economici che i comuni e i cittadini (con il calcolo della TARI) avrebbero dovuto sopportare per evitare di mettere per strada 300 dipendenti, ma non una parola è stata più spesa per il piano della differenziata che poi chiaramente non è più partito. Anzi, tra Cerignola e i comuni circostanti le percentuali sono andate in picchiata. Carapelle (7,45%), Cerignola (5,16%), nella città dove il sindaco Franco Metta è anche il presidente del Consorzio che gestisce la Sia. Non se la passano meglio gli altri comuni limitrofi, come ad esempio Stornara (6,62 %) e Stornarella (9,32%). Nel comune amministrato dal sindaco Massimo Colia, la percentuale risulta leggermente più alta perché almeno per la categoria merceologica della carta si è cercato si bypassare le sabbie mobili della SIA. In base ad un accordo con il Comieco, gli Stornarellesi riescono a riciclare in via autonoma grosse quantità di rifiuti cellulosici smaltiti con la possibilità di ricavarne anche delle economie.

Ma il vero primus inter pares risulta essere il comune di Ordona che, anche grazie alla ridotta estensione demografica e alla programmazione del sindaco Serafina Stella, ha raggiunto delle rispettabili percentuali del 42,49% di raccolta differenziata. In virtù dei numeri sopraelencati, tutti i comuni di questo territorio, tranne il paesino degli scavi, sono stati catalogati nella fascia più alta del calcolo dell’ecotassa, con un’aliquota del 25,82% e annessi e severi ammonimenti per gli anni a venire. Ma la situazione sembrerebbe essere ancora peggiore in questa fetta di territorio della Capitanata.

Infatti, il conteggio delle percentuali di differenziata scaturisce dal peso netto al momento della raccolta delle varie categorie merceologiche separate. Considerando che è totalmente assente la percezione della funzionalità del sistema di raccolta, i cittadini sono abituati ad usare le colonnine senza differenziare. Per questo motivo il peso inserito nel conteggio si riferirebbe in realtà a delle quantità di rifiuti delle quali non è assicurata la reale separazione. In sintesi, si conteggia soltanto la quantità di differenziata e non  la qualità. Ma a gravare su discorsi di questo tipo c’è ancora il  futuro della SIA e la saturazione del V lotto della discarica Forcone-Cafiero che induce questi comuni a dover conferire a Grottaglie, con costi che lievitano senza la previsione del trattamento differenziato (e figuriamoci).

Purtroppo la mancata programmazione negli scorsi anni ha fatto venire al pettine i nodi cruciali già sciolti da tanti altri comuni lungimiranti. In vista della sottoscrizione del contratto unico di ARO, nello specifico di questo territorio così indietro coi numeri, sarà necessario affrontare anche questo aspetto per evitare che le ripercussioni economiche a lungo andare possano essere molto più gravose di qualsiasi progetto serio per la differenziata.

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