Il drappo nero dell’Isis sventola anche in provincia di Foggia. A scoprirlo è stata la Direzione Investigativa Antimafia di Bari che nelle ultime ore ha elevato due provvedimenti nei confronti di due fratelli tunisini residenti a Foggia. Nello specifico, l’operazione denominata “Barakaat” ha portato all’individuazione di Kamel Sadraoui, 34 anni, regolarmente residente a Carapelle, e di suo fratello di 32 anni che, dopo aver ottenuto il permesso temporaneo dalla Questura di Foggia, si trovava ultimamente a Padova.

La Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione ha accertato lo scambio e la condivisione sui social network di contenuti inneggianti alla jihad e al califfato di Daesh. L’operazione, tesa a prevenire e a debellare il fenomeno dei “lupi solitari”, ha portato in data 5 maggio 2017 all’esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere, per il reato di apologia del terrorismo, nei confronti del Kamel, mentre l’altro fratello è stato raggiunto da un’ordinanza di espulsione. In casa del tunisino che risiedeva a Carapelle sarebbe stata rinvenuta un’arma di piccolo calibro probabilmente riconducibile ad un’attività di microdelinquenza locale, visto che la DIA ha fatto emergere dei rapporti dello stesso con noti ambienti criminali che operavano nella zona dei Cinque Reali Siti.

Ma l’avvocato di Kamel, Ermanno Baiardi, intervistato da Foggia Today, ha ribadito l’estraneità del suo assistito dall’esaltazione del terrorismo. “Kamel si dichiara estraneo ai fatti a lui contestati, lontano da ambienti criminali e soprattutto contrario all’esaltazione dell’estremismo islamico di matrice terroristica”, spiega l’avvocato sulla testata online. “Anzi, il mio assistito condanna con fermezza gli atteggiamenti violenti perpetrati dagli appartenenti all’estremismo islamico”.

“Lo Stato Islamico sopravvivrà” – questa è stata la frase che Kamel ha condiviso più volte sul suo profilo social, la stessa che ha nutrito i sospetti degli investigatori. “L’slam è un religione di pace, contro il razzismo e terrorismo. Io sono tunisino, odio razzismo e tutti i terroristi” – scriveva Kamel su Facebook lo scorso 24 dicembre. Kamel, dopo esperienze sporadiche di lavoro presso la Futuragri, si era ben integrato nell’abitato di Carapelle dove viveva con la compagna e la figlia. Nel medesimo contesto aveva diversi rapporti di amicizia e quindi conversazioni telefoniche. In una di queste il tunisino avrebbe esaltato la figura dell’attentatore di Berlino che ha agito lo scorso 19 dicembre, proprio pochi giorni prima del suo ultimo “pacifico” post su Facebook.

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