Valentina Sardella è una giovane ragazza originaria di Orta Nova che ha deciso di investire il suo tempo e le sue capacità nella creazione di una start up che produce capi nuovi riutilizzando quelli vecchi, un’ attività che rientra nei concetti di commercio equo solidale ed ecosostenibile. Ciò che rende la cosa ancor più singolare è di averla realizzata a Petionville, un quartiere di Port au Prince, capitale di Haiti che si caratterizza per la grande povertà e per le difficoltà riscontrate quotidianamente dalla  popolazione locale.

Questo progetto è diventato un vero e proprio marchio: “Pezzeculiar” , inaugurato lo scorso giugno e che sta riscuotendo già un discreto successo. Ma il percorso di Valentina, prima di arrivare nella località del Centro America, è stato caratterizzato da diverse esperienze nell’ ambito della cooperazione internazionale. Dopo il diploma al liceo “Lanza” di Foggia e la laurea in Scienze Politiche all’ Orientale di Napoli  ha iniziato a lavorare per una ONG in Niger, nel settore dell’immigrazione, cercando di dare opportunità di lavoro a tutti i migranti che non riuscivano a trovarne uno. Percorrendo questa strada, la vita l’ha condotta fino ad Haiti dove oggi vive con il compagno e i suoi due figli e da oltre cinque anni non torna stabilmente ad Orta Nova.

“Inizialmente lavoravo per l’Unione Europea nel settore migrazione – afferma Valentina – mi piaceva l’argomento ma avvertivo tutti i limiti dell’istituzione comunitaria ed ero stanca dell’ambiente molto burocratico legato alle norme europee un po’ desuete. Così ho voltato pagina cercando di sviluppare un’idea mia slegata da qualsiasi pantano burocratico, in modo da arrivare in modo diretto al beneficiario”.

Guardando per caso un documentario sulla fast fashion, Valentina rimane impressionata dalla grossa mole di rifiuti che produce il mercato della moda. Gli effetti negativi di queste storture del capitalismo si avvertono anche ad Haiti dove le spiagge più belle sono letteralmente invase dai rifiuti, anche perché i concetti di riuso e riciclo sono ben lontani dal permeare la cultura locale. Così come tanti altri paesi sottosviluppati, la manodopera a basso costo crea delle vere e proprie catene di schiavitù che calpestano quotidianamente i diritti dell’uomo.
pezzeculIn questo contesto così problematico, guidando verso casa, un giorno, Valentina intravede un’accademia di moda con l’insegna che riporta a tradizioni italiane. Proprio la sede dell’Académie “Verona” d’Haiti, da anni in crisi a causa del calo di iscrizioni e della crisi economica, sarebbe diventata di lì a breve il luogo in cui avrebbe preso forma il suo progetto.

“Investendo una somma di denaro – spiega Valentina – ho assunto due sarte diplomate in questa scuola, affinché mi aiutassero a concretizzare la mia idea. La boutique e il laboratorio di produzione sono proprio all’interno di questa sede, in modo da creare una dinamica di sviluppo anche per la scuola. Con l’aiuto di  Clara, una ragazza francese che lavorava già nella produzione di borse e scarpe, sono riuscita ad avere una mano esperta nel settore della moda molto lontano dalle mie attitudini e capacità professionali”.  
pezzeculiar (1)Tutto questo progetto si inserisce in un contesto che esalta molto la creatività. La start up della giovane ortese consiste nel reperire gli abiti usati o dismessi e convertirli in disegni accattivanti che possano essere reintrodotti nel mercato. Borse, gonne, giacche, gioielli, camicie da uomo e da donna, tutti articoli riassemblati che vengono venduti. L’impatto ambientale è minimo e il risultato ultimo è molto soddisfacente.

“Spero che questo progetto continui a camminare sulle proprie gambe, anche quando sarò costretta a lasciare questa terra per via del lavoro del mio compagno” – conclude Valentina. “Il concetto cardine di tutto questo progetto, infatti, è quello di dare continuità ad un’idea che porti un cambiamento concreto al tenore di vita della popolazione locale, a differenza di tutte quelle misure pensate dalle istituzioni comunitarie che si dimostrano inefficaci e sempre più lontane delle esigenze particolari”.

 

 

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