Il processo “Black Land” si avvia alle battute conclusive. Con l’atto del 29 settembre scorso, la Giunta comunale di Ordona ha rinnovato il mandato al legale Maria Rosaria Calvio, dopo che l’ente nel 2014 (con Rocco Formoso sindaco) si era costituito come parte civile nel procedimento penale a carico dei proprietari terrieri che acconsetirono al tombamento illegale di rifiuti provenienti dalla Campania e dalla provincia di Foggia.

Nello specifico, l’indagine partì nell’aprile del 2014 quando i Carabinieri e la Dia di Bari scoprirono un traffico di rifiuti speciali che venivano stoccati illecitamente in Capitanata. In particolare furuno scoperti dei rifiuti speciali non trattati e interrati all’interno di un enorme cratere in agro di Ordona, oltre a manovre di smaltimento illecito di rifiuti speciali derivanti da trattamento meccanico e provenienti da un impianto di stoccaggio di Foggia.

La Corte d’Appello di Bari – 1a sezione Penale, nel 2016, aveva pronunciato una sentenza con la quale aveva confermato la condanna al risarcimento danni in favore del comune di Ordona, individuando 8 colpevoli, con notevoli riduzioni di pena e due assoluzioni.

Successivamente, i legali degli imputati Gerio Ciaffa, Giuseppe Gammarota, Francesco Pelullo, Donato Petronzi e Giuseppe Zenga hanno fatto ricorso alla Cassazione, sulla sentenza del secondo grado di giudizio. Anche la Procura della Repubblica ha proposto un ricorso sulla stessa sentenza, soltanto per ciò che riguarda l’assoluzione di Michele Brandonisio, accusato di aver concorso al traffico illecito di rifiuti, mettendo a disposizione consapevolmente la sede del suo complesso aziendale di Carapelle.

Sempre dall’atto pubblicato dal comune di Ordona, si evince che l’udienza presso la Corte di Cassazione – Terza Sezione Penale si terrà il prossimo 4 ottobre. Entra nel vivo, dunque, la fase conclusiva di quest’altra brutta pagina della storia recente della Capitanata.

 

 

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