La scorsa settimana 500 docenti hanno marciato per le vie di Foggia per ribadire un deciso “no” ad ogni forma di violenza a scuola. Sulla stessa linea d’onda si inserisce l’iniziativa del Palazzo degli studi “Padre Pio” di Orta Nova che in questi giorni sta portando a termine un percorso monotematico incentrato sul bullismo, nell’ambito del quale sono stati proposti dei momenti di approfondimenti e delle attività di immedesimazione.

La scuola paritaria ortese (sotto l’impulso creativo delle docenti Roberta Capitaneo, Daniela Marinelli, Caterina Bizzarri, Rosaria Calamita, e Michela Losito), sta promuovendo un progetto con le classi terze, quarte e quinte degli indirizzi Alberghiero e Economico – aziendale. Durante questo progetto i ragazzi hanno presentato dei lavori volti a sensibilizzare gli studenti sul tema della violenza a scuola che si esplica sotto varie forme, ultimamente anche attraverso il “filtro” della rete e dei social network.

In particolare, le classi coinvolte, nelle scorse settimane hanno lavorato in gruppi per raccogliere del materiale utile alla scrittura di sceneggiature che poi sono state interpretate dagli stessi studenti. E’ già online, infatti, un cortometraggio, intitolato “Se non parlo, tu ascoltami” e composto da musiche e immagini evocative che è diventato lo spot di tutta l’operazione contro il bullismo.

“Il cortometraggio – spiega la docente, Daniela Marinelli – racconta la storia di un ragazzo come tanti che subisce le vessazioni dei suoi compagni di classe. Prima che la vicenda si concluda con un triste epilogo, uno dei bulli si redime e salva la vita al suo nuovo amico. C’è un momento in cui vittima e carnefice si riconoscono simili perchè ad accomunarli ci sono le stesse fragilità, le stesse paure, entrambi sono lì a chiedere aiuto seppur in modo differente”.

Il senso di tutta l’iniziativa è stato spiegato dal coordinatore delle attività didattiche. “Le notizie di cronaca che si susseguono – spiega Pino Brindisi – impongono l’inserimento di questi momenti di riflessione sul tema del bullismo soprattutto a scuola, in quanto questa rappresenta il secondo luogo formativo più importante dopo la famiglia”.

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