Diffondiamo integralmente la lettera che il consigliere comunale di Ascoli Satriano, Potito Antolino (M5S) ha indirizzato al sindaco Sarcone, ai consiglieri della città dei Grifoni e ad altre autorità provinciali e regionali. Con la missiva si richiede la convocazione di un consiglio comunale aperto e monotematico per discutere dell’incendio che ha devastato la villa di Faragola. 

Come noto, nella notte tra il 6 ed il 7 settembre 2017, la città di Ascoli Satriano è stata freddamente colpita con l’incendio di Villa Faragola. Le fiamme, la cui origine mi risulta sia ancora al vaglio della magistratura inquirente, hanno divorato un elemento della triade archeologica ascolana. Il disastro ha suscitato notevole sgomento ed è stato anche attenzionato dalla stampa di livello nazionale, atteso che ai più è apparso del tutto inverosimile che siffatto sito archeologico fosse privo quantomeno di un idoneo impianto di video-sorveglianza.
Successivamente, nella mattinata del 29 settembre, si è riunito il Consiglio comunale per discutere, tra l’altro, del punto della situazione relativa all’infausto evento. In quella sede, nel mio intervento, ho espresso l’auspicio affinché l’Assise potesse trattare il delicatissimo argomento coinvolgendo attivamente anche i cittadini e, soprattutto, le personalità in indirizzo in una seduta consiliare monotematica ed aperta. Ad oggi, con dispiacere, mi rendo conto che l’esortazione non ha sortito alcun effetto. È pur vero che si sono già registrati diversi interventi istituzionali in merito alla sciagura in questione, a principiare dallo stanziamento di 1,6 milioni di euro offerto dalla Regione Puglia. Tuttavia, ritengo che nell’ambito dell’Organo democratico per eccellenza della città, nella sua versione aperta al pubblico, possano essere manifestate le idee ed assunte le determinazioni che l’avvenuta devastazione del patrimonio archeologico di Villa Faragola postula.



La potestà di convocare un Consiglio comunale monotematico aperto, come per legge, appartiene unicamente al Sindaco nella sua qualità di Presidente della stessa assemblea. In questo caso, dunque, non rileva il potere d’iniziativa che la legge riconosce ad un quinto dei Consiglieri comunali in carica che, se esercitato, obbliga il Sindaco solamente alla convocazione del Consiglio, oltreché ad iscrivere all’ordine del giorno gli argomenti richiesti dai Consiglieri proponenti, e non anche alla convocazione del Consiglio comunale in discussione.

In definitiva la presente vuole essere un’ulteriore sollecitazione principalmente rivolta al Sindaco di Ascoli Satriano e, non in seconda battuta, un monito ai Consiglieri comunali d’opposizione qualora non dovesse pervenire alcuna convocazione nei sensi sin qui esposti. Invero, se l’inerzia proseguisse, sarebbe quantomeno opportuno che i citati Consiglieri d’opposizione valutino la possibilità di richiedere la convocazione del Consiglio comunale anche precluso al pubblico. In questo modo, comunque, si consentirebbe un monitoraggio dell’Organo esecutivo rispetto allo stato dell’opera di ripristino del sito archeologico di cui trattasi. Laddove il Sindaco in indirizzo ritenesse di aderire alla presente istanza, potrebbe essere opportuno convocare dapprima una Conferenza dei Capigruppo del Consiglio comunale allo scopo di organizzare i lavori. Da ultimo, preciso che la presente è trasmessa anche alle personalità in indirizzo perché abbiano contezza della possibilità di ricevere apposito invito ad un Consiglio comunale monotematico ed aperto in cui saranno pregati di intervenire. Cordialità.

Potito Antolino



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