Parallelamente alle ultime confische eseguite in conseguenza all’inchiesta “Black Land”, stanno proseguendo i carotaggi sui terreni dove sono stati tombati impropriamente dei rifiuti provenienti dalla Campania. Gli esiti degli studi effettuati dai Carabinieri e dagli esperti della Procura hanno consegnato dei dati allarmanti per ciò che riguarda i territori che ricadono nei Comuni di Ordona, Cerignola e Apricena.
Sarebbero oltre 300 mila le tonnellate di rifiuti sversati nei terreni della Capitanata, alcuni dei quali caratterizzati dalla presenza di elevati valori di carbonio organico. In alcune zone, in particolare, sono stati evidenziati terreni e sabbie che, a contatto con tali tipologie di rifiuti, presentano valori analitici superiori ai limiti della soglia di contaminazione consentita per i siti ad uso commerciale e industriale.
“Per tutti i siti – si legge nella relazione tecnica – è necessario procedere alla bonifica, rimozione e smaltimento dei rifiuti presenti, destinandoli a discariche per rifiuti non pericolosi o impianti di trattamento termico”. E ancora: “L’interramento di rifiuti nei siti oggetto di indagine è stato effettuato in zone che non avrebbero potuto e dovuto essere adibite a ciò, non essendo assolutamente idonee allo scopo e peraltro immediatamente adiacenti a zone agricole coltivate”.
Preoccupato è stato il commento del circolo “Gaia” di Legambiente Foggia che, attraverso una nota, ha diffuso il proprio pensiero in merito agli esiti dei carotaggi.
“La Capitanata è diventata la terra dei fuochi – si legge nella nota – infatti nell’ultimo periodo altri roghi e sversamenti di rifiuti speciali sono avvenuti nel nostro territorio come dimostrano anche i fuochi di rifiuti avvenuti lo scorso anno a Foggia e sempre provenienti dalla Campania, in specie dalle province di Salerno, Caserta e Avellino. Chiediamo che per tutti i siti individuati si effettui il monitoraggio del suolo e dell’acqua e che si proceda rapidamente alla bonifica, alla rimozione e allo smaltimento dei rifiuti presenti, destinandoli a discariche per rifiuti non pericolosi o ad impianti di trattamento termico, ricordando che l’interramento di rifiuti è stato effettuato in zone immediatamente adiacenti a zone agricole coltivate. Bisogna cercare di limitare il più possibile l’impatto ambientale derivante dallo stazionamento ulteriore dei rifiuti in situazioni assolutamente non idonee”.