Prima il quasi disimpegno, poi le minacce di querele, poi la volontà di andare avanti, infine le trattative con presunti acquirenti. Il Foggia Calcio degli ultimi giorni somiglia a un rebus difficile da sciogliere. Più complicato anche di una sua eventuale ammissione al campionato di C il prossimo anno. Le liti tra Felleca e Pintus, a suon di parole e comunicati stampa, hanno gettato ombre sul futuro della società rossonera, che attende di conoscere ancora il proprio destino nella prossima stagione.

La sensazione, al di là di chi avrà ragione su una eventuale cessione di quote, è che sfugga un particolare: la serie C non è un “diritto”, la si conquisterà solo se ci saranno defezioni nelle iscrizioni e con un assetto societario stabile. Tradotto: nessuno farà sconti e servirà una programmazione, quella parola mancata negli anni della gestione Sannella e capace di lapidare il patrimonio della B riconquistato faticosamente dopo 19 anni.

In mezzo ci sono, come sempre accade, i tifosi: gli ultras in una lunga lettera apparsa su Facebook hanno chiesto trasparenza alla società e non hanno gradito alcune parole del sindaco Landella, “colpevole” secondo loro di essersela presa con alcuni atteggiamenti sbagliati del passato. La tensione è evidente, e la certezza di non disputare più partite per questa stagione non aiuta gli umori del popolo rossonero, che ha comunque dimostrato fiducia a Felleca&co non chiedendo rimborsi per le partire che non verranno giocate.

Un atto di fiducia su cui bisognerà fondare il Foggia Calcio del domani. Un domani che è vicino, e che dovrà chiarire un aspetto fondamentale: chi affiancherà questa società da qui in avanti? Le voci sull’ingresso di Follieri sembrano più una suggestione ridondante che una solida realtà. Ma d’ora in poi le parole serviranno a poco. Serve programmazione.

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