Sempre più la società è proiettata in un’ottica dell’abuso piuttosto che dell’uso: basta pensare a come ogni giorno si parla dei migranti oppure a come trattiamo l’ambiente apportando morte piuttosto che favorire la vita. Il 30 dicembre 1987 uno dei profeti del nostro tempo, don Tonino Bello, fu chiamato a intervenire a una conferenza ad Assisi. Il suo contributo fu una lettera a san Giuseppe, padre di Gesù ed esempio di lavoratore umile, costante, rispettoso. Don Tonino immagina di passare una giornata in silenzio, ad osservare Giuseppe che fa della condivisione e della gratuità la misura della sua vita, in contrapposizione con la società dell’usa e getta. Un testo breve ma intenso, una carezza per il cuore, una poetica che ci parla di concretezza e di umanità. In tre parole: don Tonino Bello!

Se fosse cibo:
Stufato di agnello con verdure, cibo comune ai tempi di san Giuseppe.

Racchiuso in una frase:
Oggi, purtroppo, da noi non si carezza più. Si consuma solo. Anzi, si concupisce. Le mani, incapaci di dono, sono divenute artigli. Le braccia, troppo lunghe per amplessi oblativi, si sono ridotte a rostri che uncinano senza pietà. Gli occhi, prosciugati di lacrime e inabili alla contemplazione, si sono fatti rapaci. Lo sguardo trasuda delirio. E il dogma dell’usa e getta è divenuto il cardine di un cinico sistema binario, che regola le aritmetiche del tornaconto e gestisce l’ufficio ragioneria dei nostri comportamenti quotidiani. (p. 21)

Edizione Utilizzata:
Antonio BELLO, La carezza di Dio. Lettera a Giuseppe, la meridiana, Molfetta 2021.

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile, sia in versione cartacea che elettronica, sui siti delle maggiori librerie online italiane (mondadoristore.it, unilibro.it, ibs.it).



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