FOGGIA – Inserire Cerignola e Torremaggiore tra i comuni della Puglia in cui poter produrre quantità maggiori di 300 quintali di uva da vino per ettaro, secondo quanto disposto dalla legge 12 dicembre 2016 articolo 8 comma 10/bis (deroga alla resa massima di uva ad ettaro. E’ questa la richiesta che, lo scorso 12 gennaio 2022, è stata avanzata da CIA Agricoltori Italiani della Puglia all’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, e agli organismi regionali competenti.

La richiesta è stata espressa attraverso una lettera ufficiale firmata da Raffaele Carrabba, presidente regionale dell’organizzazione sindacale degli agricoltori, “al fine di consentire lo svolgimento dell’attività vitivinicola e dando seguito a segnalazioni ricevute dal territorio. Le chiediamo di intervenire presso le competenti sedi Ministeriali”, ha scritto Carrabba rivolgendosi a Pentassuglia, “al fine di inserire per la campagna vendemmiale 2022/2023 anche gli agri di Cerignola e Torremaggiore tra i comuni pugliesi con rese maggiori ai 300 quintali/Ha. È noto che produrre uva da vino comune al di sotto di tali rese significherebbe non coprire i costi di produzione, mettendo a repentaglio la sopravvivenza dell’impresa e di un territorio. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, tale ipotesi incentiverebbe il commercio parallelo illegale, con conseguenze a discapito dell’economia viticola pugliese. Le chiediamo pertanto di perorare la nostra richiesta nel prossimo Comitato Stato-Regioni, al fine di consentire che l’agro di Cerignola e quello di Torremaggiore vengano inseriti tra le aree comunali che possono usufruire della deroga per la campagna vendemmiale 2022-2023 alla produzione delle uve da vino comune”.

La Regione Puglia, infatti, ha tempo fino al 31 gennaio 2022 per richiedere al Ministero delle Politiche Agricole eventuali integrazioni alla lista dei comuni beneficiari della deroga sui limiti alle rese inerenti all’uva da vino. “Sia Cerignola che Torremaggiore”, ha spiegato Raffaele Carrabba, “sono comuni nei quali almeno un quarto dei produttori, tra il 2015 e il 2019, ha raggiunto rese produttive superiori ai 300 quintali per ettaro. Proprio secondo questo parametro, la legge permette la deroga che riteniamo giusta e opportuna”.

Comunicato Stampa



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