“Apprendo con molto stupore dell’iniziativa che i candidati del centrodestra hanno in animo di portare a termine: un saluto riverente alla corte dell’ex sindaco di Cerignola sciolto per infiltrazioni mafiose e dichiarato al contempo incandidabile dalla Corte d’Appello di Bari. È una campagna elettorale cruciale, quella che stiamo vivendo, ed è perfino cruenta per il labirinto di posizionamenti interni ed esterni, dentro e fuori i partiti. Sicché talvolta si può correre il rischio, presi dalla trance agonistica, di valicare un perimetro, il cui rigoroso rispetto garantisce alla Politica di assolvere la sua nobile funzione. Temo – e lo rimarco con dolore per la storia dei candidati e per la caratura morale degli stessi – che stringere accordi elettorali, oltretutto attraverso manifestazioni pubbliche, con un ex amministratore colpito dall’onta dello scioglimento per mafia sia un passaggio troppo azzardato. Non è mia intenzione utilizzare il tema delle mafie, della loro pervasività e ferocia, per mera campagna elettorale: a scanso di equivoci, rimarco l’assoluta onestà dei candidati – Giandiego Gatta, Marcello Lanotte, Anna Maria Fallucchi – che questa settimana incontreranno gli ex amministratori defenestrati per mafia. Siamo però in terra di Quarta Mafia, quella che – per citare la relazione semestrale della DIA- “si articola su più direttrici tutte finalizzate alla schermatura dei proventi illeciti attraverso il reinvestimento dei capitali”.

Si tratta, in particolar modo per quanto concerne quella cerignolana, di una criminalità organizzata potente, ribattezzata “mafia degli affari”, che è riuscita a penetrare nel tessuto politico contando sull’incapacità o sulla connivenza di coloro ai quali andrete a chiedere un voto e che vedono nella vostra visita una possibilità di riscatto, oltretutto testimoniato dal grande battage pubblicitario allestito per l’occasione. Fino a un anno fa, quando quegli apparati governavano Cerignola, non è esistita concorrenza, le gare pubbliche erano esclusivo appannaggio di un solo partecipante perché – appunto – le mafie strozzano l’economia, stritolano ambizioni diverse dalle proprie, affogano slanci contrari ai propri interessi. La Vostra visita a chi si è fatto portatore insano di quel modello è una legittimazione tout court di quello stesso modello che la città, alle scorse elezioni, ha scelto di mettersi alle spalle.

Questa vicenda, grave di suo, assume contorni ancora più foschi – o grotteschi, a seconda del punto di vista- se si considera la presenza dell’onorevole Francesco Paolo Sisto, persona di assoluto pregio e attuale sottosegretario alla Giustizia, il quale sarà ospite d’onore dell’incontro con gli ex amministratori sciolti per mafia. È senza dubbio uno sfregio e un atto irrispettoso nei confronti delle Istituzioni, dello Stato che si vuole rappresentare e nei confronti di una comunità, quella cerignolana, che sta pagando ancora – con 17 milioni di euro di debiti in bilancio – i disastri e le storture di una gestione connotata dall’infiltrazione mafiosa. Augurando a tutti buona campagna elettorale, sono qui a rappresentarVi che, come sindaco di Cerignola, non rimarrò indifferente rispetto alla svendita dei valori della legalità e della trasparenza per una manciata di voti. Non consentirò che la nostra dignità di cittadini venga svilita da una campagna elettorale, anche perché, come ricordava Eraclito, “ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi”. E noi, nella nostra Cerignola, non vogliamo che la mafia diventi normalità”.

Francesco Bonito

Sindaco di Cerignola

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