Che Elena Ferrante fosse una grande penna si sapeva da oltre vent’anni. E che le sue opere fossero perfette per essere tradotte in cinema anche questa è ormai storia. Era il ’95 quando uscii il film de “L’amore molesto”, nei primi anni duemila “I giorni dell’abbandono” e solo un anno fa approdava nei cinema “La figlia oscura”.

Ma senza dubbio è stata la saga de “L’amica geniale” a consacrarla mondialmente per il suo talento innato nel raccontare il mondo delle emozioni interiori e della loro relazione con gli altri.

Ne è un esempio meraviglioso la serie da poco lanciata da Netflix “La vita bugiarda degli adulti”.

 Devo dire che ero abbastanza titubante all’inizio, poiché come è già accaduto ad esempio con “La figlia oscura”, la trasposizione cinematografica seppur fedele al libro aveva peccato ampiamente di quel pathos che le parole della Ferrante sono intrise.

 Invece questa chicca di soli sei episodi ha tradotto perfettamente il mood che il libro voleva trasmettere ed anzi ha addirittura arricchito lo stesso attraverso delle musiche che ho semplicemente trovato perfette, tutte curate dal mitico Enzo Avitabile. Un plauso particolare alla regia moderna e incalzante di Edoardo De Angelis ed al cast tutto, in particolar modo a Valeria Golino e Giordana Marengo che ho trovato pazzesche.

 La storia è quella che in gergo viene chiamata “romanzo di formazione” e come tale si sdogana attraverso l’accettazione della verità. Si abbandona il mondo dell’infanzia quando immancabilmente crollano i miti, quando quella che si credeva fosse la verità è solo una bugia che ne nasconde mille altre.

In una Napoli vintage che ci stringe il cuore, i personaggi si mischiano e ci regalano uno splendido spettacolo sull’essere umano in tutta la sua energia fragile.

Giovanna e Vittoria, rispettivamente nipote e zia divise dal destino si riuniscono e fanno scontrare due mondi all’apparenza diversi ma che naturalmente hanno dei punti in comune.

Insomma ragazzi, se ve la siete persi non perdete tempo ed andatela a guardare.

di Raffaella Sacchitelli

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