Grazie Netflix per donare due perle del genere in un periodo che necessita di consapevolezza e verità. Stiamo parlando dei due film più chiacchierati degli ultimi giorni e che meritano un focus non marginale: l’americanissimo Don’t look up contro l’italianissimo È stata la mano di Dio. Due lavori contemporanei eppure diversissimi, il primo superficiale ai limiti del tragicomico, il secondo di una profondità semplice e tuttavia di una ricercatezza unica. Ma analizziamoli meglio.

Don’t look up è un film corale (in ordine sparso abbiamo: Leonardo Di Caprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Cate Blanchett, Timothée Chalamet, Ariana Grande) spaventosamente divertente, fastidiosamente cringe e tuttavia di una verità così tragicamente vera da urtare non poche sensibilità. Ambientato nei giorni nostri (Covid escluso) è la storia di come due scienziati un po’ fuori dagli schemi scoprono una cometa che nel giro di sei mesi distruggerà completamente il pianeta terra. I due faranno ogni tipo di tentativo per mettere in guardia la popolazione globale, incontrando non pochi ostacoli sul loro cammino, la maggior parte provenienti dal mondo politico e mediatico, con esiti non proprio convenzionali.Il film diventa il pretesto per presentare in maniera comica una realtà truce, meschina e controproducente. I social media e la strumentalizzazione della verità, la politica corrotta, le multinazionali tecnologiche che infischiandosene delle conseguenze pensano solo ai profitti.

L’ho trovato un film intelligente, volutamente semplice, come se il regista avesse voluto spiegare delle cose complesse o scontate a tutti, anche ad un pubblico non esattamente erudito. Ciò che disturba nel film è ciò che dovrebbe disturbare la gente nella vita reale, e dunque a mio avviso l’obiettivo è stato centrato in pieno. Di tutt’altro genere e pathos è l’ultimo film di Paolo Sorrentino che mi ha letteralmente stregato. È stata la mano di Dio non è semplicemente un film, è un viaggio dolcissimo e straziante.

Nella Napoli anni ’80, mentre con febbrile attesa si attendeva l’arrivo di Maradona in città la pittoresca famiglia Schisa ci mostra la sua genuina bellezza e le sue molteplici contradizioni. Attraverso gli occhi di Fabietto, il piccolo di casa, si viene letteralmente trasportati in un mondo a tratti surreale, di una particolarità meravigliosa e disarmante. La capacità di Sorrentino è quella di ritrarre qui momenti familiari di natura intima e imbarazzante, che portano lo spettatore a sentirsi immediatamente vicini ai personaggi. La pellicola è di un livello poetico così alto, da commuovere per la bellezza. Insomma, in questo periodo di festa in cui forzatamente il divano e la tv la fanno da padrone data la situazione attuale non potete perdervi queste due chicche strepitose, rilassatevi senza dimenticare di riflettere.



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