La seconda guerra mondiale è stata l’apoteosi di ogni violenza dall’uomo conosciuta. I campi di sterminio, la bomba atomica, giusto per ricordare le oscenità più grandi. Mi ricordo mia nonna, nata e cresciuta ad Orta Nova, dall’alto della sua genuina semplicità che mi parlava con orrore di quel periodo di vita in cui la sopravvivenza era l’unico obiettivo da portare avanti a fine giornata. Lo diceva lei come gli altri della sua generazione che avevano visto la guerra quasi passare da questo piccolo paese.
A 12 anni poi trovai in biblioteca un libro dal nome curioso, per me che ero appassionata di storia da sempre, La svastica sul sole di Philip Dick. Mi chiesi come potesse una svastica mettersi dinanzi al sole e quale tipo di luce avremmo visto noi sulla terra attraverso quella maligna filigrana. Confesso che la mia sensibilità acerba, dopo poche pagine si fermò per la sopraffazione di una verità così spaventosa, e finii per dimenticarmene, fino a quando Amazon Video ne ha poi acquistato i diritti e fatto una serie, dal nome diverso dal libro ma con la stessa storia.
The Man in the High Castle, oramai arrivato alla terza stagione racconta attraverso vari personaggi di estrazioni e culture diverse come sarebbe il mondo se la Seconda Guerra Mondiale fosse stata vinta dalle Potenze dell’Asse Roma-Berlino-Tokio. Una realtà così vicina all’inferno da toccarlo senza bruciarsi. Ebrei e neri quasi estinti, malati terminali uccisi a sangue freddo, analisi genetiche folli per trovare difetti etnici insignificanti. La cultura dilaniata dalle regole totalitarie che impongono i classici e nulla più. Berlino il centro del mondo, Roma inesistente, Tokio seconda capitale mondiale.
È una finestra su di una possibilità agghiacciante che tuttavia è stata ad un passo dall’essere vera. Non ci sono zombi, mutanti e altre cavolate da film horror, non serve inventare: basta riscrivere la storia per catapultare lo spettatore in un mondo assurdo e spaventoso come mai prima. Philip Dick, scrittore estroso e particolare, visionario e unico nel suo genere, scomparso nel 1982, ci ha regalato un mondo da custodire e da cui trarre molteplici insegnamenti. Autore della serie invece è Frank Spotnitz (che ha prodotto anche la serie Rai I Medici) insieme ad un cast che ha fatto un lavoro ineguagliabile portando sullo schermo personaggi di fantasia e realmente esistiti riscrivendone il destino hanno dato vita ad un’opera che sicuramente è senza precedenti per la sua peculiarità oltre che per la tematica affrontata. Una spanna sopra le altre, a mio avviso, è l’interpretazione di un magistrale Rufus Sewell che perennemente in divisa da Obergruppenführer terrorizza e affascina insieme catalizzando nella sua persona il dualismo di quella realtà così scioccante. Di seguito il link del trailer per i più coraggiosi che han voglia di spingersi in questo mondo. 10 punti pieni.