Come ci si può sentire a vivere affianco a un dramma familiare? E se questo dramma avesse come protagonisti due personaggi importanti nel mondo dell’arte di fine Ottocento come Vincent e Theo Van Gogh? In questo libro, l’autore prende stralci dal diario di Johanna Van Gogh-Bonger, moglie di Theo, e vi costruisce attorno un romanzo che racconta di dolore e di sofferenza ma anche di colori e di vita. L’amore viscerale di Theo per il fratello, la grande eredità di Vincent e la voglia di far conoscere al mondo la forza comunicativa dell’arte di quest’ultimo, spingono Johanna a lottare contro tutti pur di realizzare i sogni dei fratelli Van Gogh: fare mostre con i quadri di Vincent.
Il libro è scritto bene anche se, a mio avviso, l’autore poteva fare qualcosina in più. Consigliato per chi ama l’arte.

Se fosse cibo: 
sarebbe un bicchiere di vino bianco sorseggiato ammirando uno dei quadri di Van Gogh.

Racchiuso in una frase: 
Vincent gioca. Guarda fisso un sonaglino di cedro dipinto di turchese che dondola sopra la sua culla. Un andirivieni che lo ipnotizza. Tutta la sua testa gira dietro lo sguardo. E mi torna alla mente qualcosa di cui non mi ero ben resa conto a suo tempo: è così che guardava Vincent Van Gogh, suo zio. […] Van Gogh guardava il mondo con l’intensità di un bambino. (p. 92)

Edizione Utilizzata: 
Camilo SANCHEZ, La vedova Van Gogh, Marcos y Marcos, Milano, 2016

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, ibs.it)

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