Con una sorprendente mobilitazione dal basso, alcune mamme del comune di Stornarella, negli scorsi giorni, hanno avviato una raccolta firme per protestare contro l’innalzamento dei costi di refezione scolastica e di trasporto.

Per quanto riguarda il servizio scuolabus, precedentemente offerto sempre in maniera gratuita, da quanto ha stabilito la delibera n.32 del 2016, è stato esteso il bacino d’utenza a tutti i residenti del Comune di Stornarella, iscritti nelle scuole Materna – Elementare – Media ed Istituti Superiori nonché Scuole Paritarie. Il trasporto è stato privatizzato e affidato alla ditta Neos con una spesa di € 14.000, all’interno della quale sono stati stornati i capitolati di diversi costi annessi alla gestione e al funzionamento delle vetture. Conseguenzialmente, per l’anno scolastico 2016/2017, è stata stabilita una tariffa a carico degli utenti non residenti nel Comune di Stornarella, pari a € 26,00, con la possibilità di  applicare una riduzione del 20% della quota per chi usufruisce del servizio in modo ridotto (o solo andata, o solo ritorno). Per quanto riguarda i residenti invece, è stata individuata una tariffa indistinta di € 20, con delle facilitazioni nel caso di più studenti appartenenti allo stesso nucleo famigliare.

Il servizio mensa, invece, è stato appaltato alla ditta “La Fattoria” ed è regolarmente partito per la scuola dell’Infanzia e Primaria, dallo scorso lunedì 24 ottobre. Anche in questo caso, le ire delle mamme, hanno riguardato le fasce di contribuzione individuate dall’amministrazione Colia. Ne sono tre e prevedono un buono a testa da corrispondere al giorno da € 2,00 con ISEE € 0 a € 3000,00;  da € 2,50 con ISEE compreso tra € 3001,00 e € 6000,00 e infine un buono da € 3,00 con ISEE superiore a € 6000,00.

“Vengano reimpostate e adeguate le tariffe mensa e annullate le delibere che istituiscono il servizio scuolabus a pagamento affinché tali prestazioni siano a completa copertura dei servizi sociali soprattutto delle fasce più deboli” – cita l’intestazione della raccolta di sottoscrizioni presentata all’Ufficio Protocolli del Comune di Stornarella.

Nei giorni successivi, il sindaco Massimo Colia, tramite una lettera protocollata, ha voluto rispondere nel merito alla mobilitazione delle mamme degli alunni stornarellesi. Quest’ultime hanno affermato, altresì, che le iscrizioni dei loro figli presso i vari istituti scolastici, erano avvenute nel periodo di febbraio, quando non ancora questi aumenti dei costi erano stati prospettati dall’amministrazione.

“La tariffa pagata dall’utente all’ente pubblico – spiega la nota dell’Amministrazione –  a fronte della fruizione di un servizio pubblico a domanda individuale, non rappresenta il prezzo della singola prestazione ma rappresenta un contributo dell’utente alla spesa complessiva sostenuta dall’Ente per l’erogazione del servizio”.

Gli amministratori, con riferimenti di legge, hanno dimostrato come sia il Legislatore a richiedere la contribuzione per fasce di reddito alle prestazioni di servizi pubblici a domanda individuale. Fermo restando – continua la nota – “che se i genitori ritengono eccessivamente gravoso il costo stabilito unilateralmente […] hanno pur sempre la facoltà di non giovarsene. L’eventuale impossibilità per i genitori di provvedere direttamente al pranzo dei propri figli non costituisce ragione sufficiente  per pretendere che l’Amministrazione si addossi l’intero onere”. “Tale servizio – si afferma – non è un servizio pubblico essenziale che l’ente è obbligato a garantire alla collettività amministrata”.

Poi ci sono tutte le giustificazioni legate alle necessità di bilancio del piccolo comune dei Reali Siti, il quale sta ancora pagando diversi mutui dovuti a varie progettualità cantierizzate nel corso degli anni e che per i rendiconti degli anni 2011, 2012 e 2013 ha ricevuto delle richieste di chiarimenti da parte delle Corte dei Conti.

“La decisione di prevedere anche per il servizio di scuolabus, come è sempre stato per la mensa, la partecipazione dell’utenza alla spesa sostenuta dall’Ente – afferma il sindaco – è solo uno dei tasselli dell’azione di risanamento economico-finanziario e di applicazione dei principi di sana gestione amministrativa avviati da questa maggioranza sin dal proprio insediamento. Non è più possibile spendere le somme che non si hanno materialmente in cassa”.

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