Solo alcuni. Tutte le persone a questo mondo, siano esse felici o meno desiderano qualcosa. Fa parte della linfa vitale che quando viva è presente e cerca continuamente nuovi obiettivi, ricordi da ricordare e desideri da sognare. Ci si impegna per il raggiungimento di essa certo, e talvolta va bene ed altre meno. La domanda è, come il tagline del film anticipa e pone allo stesso tempo, cosa sei disposto a fare affinché tutti i tuoi desideri si realizzino? Quale tua soglia personale sarai disposto a far cadere e riconsiderare quale fosse ancor prima?

Il film The place, diretto da Paolo Genovese e riadattamento cinematografico della serie americo-canadese “The Booth at the End” ci porta in un mondo onirico e particolare, con un Valerio Mastrandrea come un Dio/protagonista, un ascoltatore e un oracolo.
La scena è una e una sola e si ripete sempre, come una lunga chiacchierata con persone diverse che si conoscono poco ma bene, come due persone sedute ad un tavolo pronte a mettere in gioco qualsiasi cosa e qualsiasi affetto. Una metafora bellissima e spaventosa su come può essere l’essere umano messo a nudo di fronte ai suoi errori, ai suoi dolori e vedere cosa ne esce fuori. Non a caso ad un certo punto una signora anziana spietata e saggia dice:

“C’è qualcosa di terribile in ognuno di noi, e chi non è costretto a scoprirlo… è molto fortunato.”



Una riflessione su chi sotto sotto ogni persona può essere se solo spinta al limite della scelta, ogni persona nella sua vita in micro, e le azioni che poi generano conseguenze nel mondo in macro.Ogni musica, ogni taglio della fotografia si adegua all’emozione sulla quale fa leva scena dopo scena e dialogo dopo dialogo. Un esercizio di bravura con un misto di teatro messo lì a ricordarci che se ci danno un palcoscenico ognuno di noi si ritroverà ad interpretare una parte piuttosto che un’altra anche tradendo le proprie aspettative di ste sesso e del mondo in generale.

Chiaramente c’è qualcosa di triste in tutto questo. Una sorta di malinconia imperante che accompagna tutto il film come a voler metter in mostra la nostra incapacità di ottenere ciò che realmente il nostro cuore desidera. La crudeltà come metro di paragone piuttosto che il bene. Valerio, dal suo tavolino e coca-cola e la sua agenda grande e nera sulla quale scribacchia i dettagli di tutte le azioni che ha generato è sempre distaccato e mistico, attento e schivo come inarrivabile. Perché lo è. E quando gli chiedono: “Lei crede in Dio?” lui risponde impassibile e serio “Io credo nei dettagli.”

Solo alcuni guardano i dettagli, li sanno cogliere e leggere per quello che realmente sono malgrado le parole che li vogliono sconfessare. C’è un posto in cui se vuoi puoi andare a cercare i dettagli che vuoi e che desideri conoscere, e sei tu.

Special originale soundtrack:
https://www.youtube.com/watch?v=tVqaLSulhBI



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