L’aggressione avvenuta lo scorso 2 ottobre a Stornara ha scosso l’opinione pubblica al punto tale che il Prefetto di Foggia Carmine Esposito, a pochi giorni di distanza dall’accaduto, si recò sul posto per istituire un tavolo permanente sulla sicurezza. Ad avere la peggio furono due fratelli gemelli di Orta Nova, uno dei quali risulta essere purtroppo in coma irreversibile presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.

A distanza di cinque mesi circa dalla sera dell’aggressione, il giudice per le indagini preliminari Margherita Grippo ha ordinato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dagli aggrediti per i due ragazzi giovanissimi di Stornara ritenuti i responsabili dell’accaduto, in attesa di giudizio. Ma in base all’attività istruttoria, riportata nella medesima ordinanza ed evidenziata dall’avvocato Umberto Bulso, difensore dei due giovani arrestati, emergerebbero ulteriori dettagli di questa vicenda di cronaca.

“I miei assistiti si sono dimostrati collaborativi – afferma l’avvocato nell’intervista -. Al momento restano in piedi le accuse di lesioni aggravate dai futili motivi e dal fatto che fossero in gruppo. Hanno confermato le loro responsabilità davanti al giudice, ma ci sono delle doverose precisazioni da fare”. A parere del legale “è senz’altro decaduto il nesso di causalità tra le percosse subite e le condizioni cliniche attuali del ragazzo che si trova intubato in ospedale in coma irreversibile”. L’avvocato porta a suffragio di tale tesi la perizia effettuata da un medico legale che ha di fatto affermato che non sarebbe possibile ricondurre il trauma cranico del ragazzo attualmente in coma alle percosse subite la notte del 2 ottobre.

Secondo quanto riporta il legale, il 32enne di Orta Nova, in attesa di essere sottoposto all’intervento chirurgico per la riduzione della frattura al naso riportata dopo la colluttazione sarebbe caduto a terra in ospedale a causa di un episodio sincopale. Attualmente al personale del reparto non è contestata nessuna responsabilità, ma questa caduta avrebbe causato una grave ferita alla testa e altresì le ricadute neurologiche che hanno purtroppo aggravato la condizione clinica del ragazzo.

“I miei assistiti inoltre – aggiunge l’avvocato della difesa – hanno riferito di aver sferrato un pugno solo nel momento in cui avevano visto che uno dei ragazzi stava per estrarre un cacciavite dalla tasca; e che tale circostanza sarebbe confermata da almeno due testimoni presenti”. La tesi difensiva dell’avvocato del foro di Foggia sarà volta a dimostrare anche che i due ragazzi, al contrario di quanto erano stati accusati, non hanno mai svolto allenamenti di arti marziali. Nella tesi difensiva vi è anche la volontà di escludere l’utilizzo di un tirapugni, come era stato inizialmente riportato. Resta comunque una pagina brutta della cronaca di Capitanata sulla quale sarà la giustizia a dover fare luce.

FONTE: L’IMMEDIATO



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