Ne è passato di tempo da quando un ragazzino di Frattamaggiore tirava i primi calci al pallone nelle vie di Napoli sognando la maglia che era stata di Maradona e l’abbraccio del San Paolo. Quel sogno Lorenzo Insigne l’ha realizzato e si è spinto anche oltre: oggi nello stadio azzurro, “Lorenzo il Magnifico” scende in campo in ogni partita con la fascia di capitano al braccio.

Il primo ad accorgersi delle doti di Insigne, piccolo e gracile fisicamente, ma con una tecnica infinitamente superiore a quella dei coetanei, è Giuseppe Santoro, allora responsabile del settore giovanile del Napoli. Sarà proprio lui a portarlo negli Allievi della società campana. Completata la trafila delle giovanili, in cui spicca l’ultima stagione nella Primavera impreziosita da quindici gol, Lorenzo viene premiato con la prima convocazione e l’esordio in Serie A: è il 24 Gennaio 2010, e nella sfida tra Livorno e Napoli, Insigne viene chiamato a pochi minuti dalla fine per sostituire German Denis.

È ancora presto però per la prima squadra e il partenopeo viene mandato in prestito per farsi le ossa. La prima tappa è quella alla Cavese. La seconda, con la maglia del Foggia in Lega Pro, è quella dell’esplosione: guidato da Zdenek Zeman, Insigne incanta nel ruolo di esterno offensivo e trascina i rossoneri alla promozione con 19 gol in 33 presenze. Per il tecnico boemo, Lorenzo è un pupillo e la stagione successiva decide di portarlo con sé a Pescara. In Abruzzo, insieme a Immobile e Verratti, sarà uno dei protagonisti della promozione in A del Delfino con 18 reti e 14 assist in 37 gare giocate.

Nel 2012/2013 il tanto atteso ritorno a Napoli e l’inizio di una meravigliosa storia sportiva che dura ancora oggi e parla di 76 gol in 296 partite in maglia azzurra. A Insigne il merito di aver smentito il detto Nemo propheta in patria. Il giovane di Frattamaggiore è diventato molto di più che un semplice profeta. Dopo aver imparato l’arte della gestione dello spogliatoio e la leadership da veterani come De Sanctis, Cannavaro, lo stesso Hamsik e Maggio, è maturato ulteriormente e si è fatto trovare pronto al momento di vestire la fascia che è stata anche del suo idolo Diego Armando Maradona.

E in questa stagione, la prima da capitano dopo la partenza di Marek Hamsik, destinazione Cina, Insigne è cresciuto ancora. Al momento lo score parla di 9 reti in 23 gare di campionato, tre marcature nelle sei partite di Champions giocate e un gol in tre presenze in quell’Europa League in cui il Napoli, superato il ritorno degli ottavi come nelle previsioni di Oddschecker, si troverà davanti l’Arsenal nei quarti di finale. Una sfida di estremo prestigio internazionale in cui “Lorenzo il Magnifico” potrebbe compiere lo step successivo come condottiero partenopeo.

In attesa della prova europea, Insigne è diventato il 27esimo capitano della storia azzurra e il sesto dell’era De Laurentis, iniziata nel 2004. Lorenzo è anche il settimo napoletano doc a indossare la fascia. Prima di lui: Di Costanzo, Juliano, Ferrara, Taglialatela, Scarlato, Iezzo e Cannavaro.

 

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