Si parla spesso del Medio Oriente e, da quando c’è stata la guerra contro i Daesh (l’Isis) si è ri-cominciato a parlare anche del Kurdistan e del popolo curdo. Un’altra associazione che a volte si fa – spesso sbagliando – è quella tra fede ed estremismo. “L’ultima donna” di Shirwan Can racconta la storia del gruppo Haqq, una confraternita religiosa musulmana sufi che ha tentato di vivere una spiritualità islamica primigenia, fatta di uguaglianza e giustizia. Il Kurdistan iracheno però è una terra in cui purtroppo giustizia e uguaglianza non sono di casa e questa confraternita viene perseguitata e contrastata. La narrazione di Shirwan Can è delicata e profonda, tocca l’animo del lettore mostrando la realtà curda da un punto di vista nuovo. Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi libri che parlano di Kurdistan, ma questa è una perla imperdibile per arricchire la conoscenza su questo angolo del mondo.

Se fosse un cibo:
Il piatto tipico curdo/iracheno: il Kulendi ovvero pollo fritto immerso in un brodo.

Racchiuso in una frase:
– Stai sostenendo di essere il Profeta? Tu, Mohammad al-Mehdi? Stai scherzando?- Sono il profeta della mia visione.- Quale visione?- La nostra visione è logica, conoscenza e giustizia. Dubito che ti interesserà molto perché la giustizia, mio buon amico, è la base di tutto. Stai dicendo che quando verrà Mohammad al-Mehdi praticherà la giustizia? Perché aspettare quando possiamo praticarla ora e preparare la strada per quando ce ne saremo andati?  (pp. 50-52)

Edizione utilizzata:
Shirwan CAN, L’ultima donna, Oblò, Padova 2021.

Dove trovare il libro:
E’ reperibile sul sito di obloaps.it



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