Un italiano, studioso di letteratura, si appassiona agli Stati Uniti e ai suoi poeti e sceglie di andarvi a vivere per un periodo. Conosce una donna e decide di sposarla. Come recita il titolo, “La sposa americana”, il romanzo di Mario Soldati inizia nel giorno del matrimonio tra Edoardo ed Edith. Un giorno di nascita e di morte. Edoardo, proprio poco prima di dichiarare il suo “sì” nuziale, si volta verso gli invitati e rimane folgorato da Anna, sua cognata e migliore amica della sposa. Ne nasce un intreccio amoroso che, in un turbinio di emozioni, riflessioni e vita vissuta, condurrà Edoardo, Anna ed Edith in un insolito triangolo. Mai banale, mai volgare, Soldati riesce, con la sua scorrevole narrazione, a rendere la storia d’amore profonda, toccante, ben costruita. La riflessione si sposta sulla natura umana. Cosa che dà valore al racconto, che non risulta affatto stucchevole. Sentimenti a raggi X.

Se fosse cibo:
Knedliky: specialità del paese di origine dei genitori di Edith, la Repubblica Ceca, sono gnocchi di frutta e ricotta.

Racchiuso in una frase:
Ma appena entrò in casa mia, vidi sul suo volto qualcosa di nuovo: un sorriso contenuto, uno sguardo incerto, un pallore diverso dal solito. […] Per la prima volta in vita mia, sentivo il bisogno di picchiare. Picchiarla? Picchiarla nell’illusione che tornasse come prima? Assurdo, mostruoso, ridicolo. Ma era come se potessi esprimermi soltanto picchiandola, e picchiarla mi repugnava. Tutte queste riflessioni le avevo fatte in un solo istante: e nello sforzo stesso di trattenermi dall’alzare le mani su di lei, ecco, non mi accorsi nemmeno di gridare (p. 77)

Edizione utilizzata:
Mario SOLDATI, La sposa americana, Club degli editori/Mondadori, Milano 1977.

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile, in formato cartaceo e digitale, nelle maggiori librerie fisiche e online (ibs.ithoepli.itmondadoristore.it)



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